Bisogni affettivi in quarantena, nella mente e nel cuore

Nell’isolamento della quarantena emergono bisogni psicologici, che variano a seconda della fase di vita in cui ogni persona si trova e della specifica esperienza che sta vivendo.

BAMBINI E ADOLESCENTI

I bambini hanno bisogno di essere rassicurati, mentre si spiega loro con parole semplici quello che sta accadendo. A loro servono adulti affettivamente presenti nelle cure e nel gioco, che siano punti di riferimento non soggetti a cambiamento.

Gli adolescenti necessitano di spazi di azione indipendente anche tra le mura di casa, di avere delle responsabilità. Hanno bisogno di essere riconosciuti in esse, di ascolto e di dialogo.

GIOVANI-ADULTI

I giovani-adulti cercano spazi per sé, per prendere le misure rispetto a come si stia nella vicinanza e nella distanza con le altre persone significative. Cercano tempi in cui continuare a dare spazio alla loro identità personale e sociale.

ADULTI

Gli adulti hanno bisogno di condividere le loro preoccupazioni e di relazioni supportive anche a distanza. E’bene che abbiano la possibilità di occuparsi di ciò che è sotto il loro diretto controllo e di bilanciare il tempo di cura dell’altro e il tempo in cui occuparsi di sé, di dare valore alle loro strategie di resilienza.

UNA NUOVA DISTANZA

Ognuno sta facendo fronte ai suoi vissuti. Può fare i conti con la solitudine, con la mancanza o con l’estrema vicinanza. Si sperimenta una nuova distanza tra il sé e l’altro, che può avere il sapore della sicurezza o quella del pericolo, mentre ciascuno cerca di affrontare i “compiti evolutivi” tipici della sua età.

ALTRE PREOCCUPAZIONI

A gravare sul versante emotivo e sulle relazioni, sono poi, oggi, anche le preoccupazioni economiche, i lutti, la paura per l’esposizione ed il contagio, lo stress lavorativo di chi svolge professioni indispensabili, il senso di impotenza e non prevedibilità. Dare un nome a tutto questo rende lecita la sofferenza emotiva, che accompagna l’emergenza sanitaria.
Nessuno ha bisogno di sentire crescere ulteriormente la sensazione di allarme e non prevedibilità che caratterizza questo periodo.

COSA POSSIAMO FARE:

  • cerchiamo relazioni (seppur a distanza) in cui abbiamo la possibilità di sentirci sicuri ed accolti
  • “spostiamoci” nella relazione anche se tra le mura di casa, contrattando spazi e tempi, e non sottostando ai comportamenti dell’altro qualora non ci sentissimo rispettati
  • volgiamo uno sguardo comprensivo alle nostre emozioni e al nostro corpo
  • se percepiamo l’attivazione fisiologica legata ai nostri vissuti come eccessivamente intensa o ridotta, proviamo a regolarla anche attraverso esercizi fisici (esercizi di respiro, di stabilizzazione, ginnastica)
  • parliamo con qualcuno da cui possiamo trarre conforto e con cui sappiamo di poterci sentire capiti
  • chiediamo aiuto ad associazioni o professionisti in caso di stress, emozioni intense e disturbanti, comportamenti aggressivi, difficoltà nelle relazioni o nella gestione della quotidianità

 

Dott.ssa Chiara Baldioli

Psicologa clinica

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