La famiglia, il gruppo di persone formato tradizionalmente da genitori e figli, come un qualsiasi organismo vivente, percorre di norma un ciclo di vita costituito da diverse fasi che scandiscono il suo percorso: la formazione della coppia, la nascita dei figli, la loro adolescenza, la loro uscita dal nucleo familiare e infine il pensionamento, la malattia e la morte.

Ogni fase è caratterizzata da specifici compiti di sviluppo che comportano una continua rielaborazione dei rapporti a livello di coppia, delle relazioni genitori-figli e di quelle con la famiglia d’origine.

Ogni appartenente alla famiglia, in ogni fase del ciclo di vita familiare, è impegnato ad affrontare più compiti di sviluppo, perché coinvolto in più relazioni ed è proprio la soluzione di questi compiti che consente il passaggio alla fase successiva.

Ogni volta che la famiglia accede a una nuova fase, ha bisogno di ristrutturarsi perché deve affrontare una situazione nuova che mette in crisi le vecchie modalità di funzionamento. L’assetto familiare e le relazioni tra i membri della famiglia hanno bisogno di cambiare.

La transizione da una fase all’altra può essere percepita e vissuta come un momento critico perché richiede a ogni membro della famiglia di cambiare una parte di sé e del suo modo di relazionarsi all’interno del sistema familiare e non sempre le persone riescono ad adattarsi facilmente al cambiamento.

Quando una famiglia fatica a riorganizzarsi mantenendo le vecchie modalità di funzionamento può insorgere un blocco che conduce inevitabilmente a difficoltà, conflitti, rotture e in alcuni casi anche all’insorgenza di disturbi psicologici.

 

La terapia familiare è un intervento rivolto a tutti i membri del nucleo familiare. A partire dalla storia della famiglia si lavora sui rapporti disfunzionali e sulla componente rappresentazionale dei legami familiari, con l’obiettivo di favorire i processi di cambiamento; molte problematiche legate al disagio psicologico, infatti, sono efficacemente trattabili lavorando con tutta la famiglia.

L’attenzione si focalizza sull’intero sistema in cui la persona vive (coppia, famiglia, ambiente sociale).  Le relazioni evolvono all’interno di un sistema attraversando delle tappe fisiologiche specifiche, momenti durante i quali è necessaria una riorganizzazione, una rinegoziazione tra le persone che ne fanno parte e una lettura diversa del proprio e altrui cambiamento. È il caso di ogni individuo che sperimenta un disagio personale che lo mette in difficoltà nel modo di rapportarsi a se stesso e al mondo esterno; è il caso delle famiglie, delle coppie, come anche dei gruppi nell’ambiente di lavoro o dei gruppi di amici in cui siano presenti legami significativi.

Per farsi un’idea, basti pensare ai cambiamenti che avvengono in famiglia, nel rapporto tra genitori e figli, quando quest’ultimi entrano nella fase adolescenziale: le difficoltà potrebbero generare malessere tanto nei figli quanto nei genitori: bisogna dunque ricontrattare le regole della relazione, alla luce della nuova fase del ciclo di vita cui si va incontro.

Con la terapia familiare si favorisce la possibilità di trovare nuove e più funzionali modalità di ascolto reciproco e di espressione dei bisogni personali. L’intervento terapeutico ha come scopo sia la soluzione del problema o del conflitto presentato dalla famiglia, sia il benessere psicofisico di ciascun membro, favorendo un incremento della differenziazione del sé rispetto agli altri.

Compito del terapeuta è accompagnare la famiglia alla ricerca di schemi relazionali stabili che si ripetono con costanza, ma che sono disfunzionali. Una volta messi in luce tali schemi sarà possibile modificarli in modo che siano funzionali al benessere della famiglia.

La terapia familiare, dunque, è un trattamento consigliato per:

  • l’intero nucleo familiare quando attraversa un periodo di crisi e sofferenza per alcuni motivi come ad esempio separazioni, lutto, difficoltà economiche o lavorative ecc;
  • problemi di coppia o familiari che dipendono da un componente della famiglia con un disagio psichico (come affrontare la malattia, come aiutare tutti i membri della famiglia ad affrontarla, come eliminare o correggere quei comportamenti che alimentano o peggiorano certi sintomi);
  • problemi di relazione all’interno della coppia/famiglia;
  • consulenze familiari con minori in adozione o affidamento;
  • consulenza a coppie in attesa di adozione;
  • comportamenti problematici di adolescenti che preoccupano tutta la famiglia. Ad esempio disturbi alimentari quali anoressia e bulimia, dipendenza o consumo eccessivo di sostanze psicotrope (cannabis, alcool, droghe sintetiche), isolamento da uso prolungato di apparecchi digitali (Hikikomori: isolamento sociale volontario giovanile);
  • disturbi dell’infanzia.

 

L’obiettivo ideale è quello di ottenere una collaborazione ottimale da parte di tutti i membri della famiglia per progettare insieme una terapia efficace. Dopo la prima fase di consultazione, il cui obiettivo è valutare il problema e le risorse per affrontarlo, ricostruendo insieme a tutti i membri della famiglia il processo che ha indotto lo stato attuale del malessere e motivando così il paziente al trattamento, si passa alla terapia, che si propone di porre rimedio alla difficoltà sperimentata, favorendo un cambiamento.

La terapia familiare dura circa un’ora e mezza con cadenza mensile. Sono invitati a partecipare alla seduta tutti i membri della famiglia. Solitamente viene convocato il nucleo convivente, ma nell’arco del processo di cura è possibile estendere l’invito anche ad altri familiari, o ad altre figure importanti per il sistema. Gli incontri vengono condotti in co-terapia: sono presenti due terapeute, per facilitare l’osservazione delle dinamiche all’interno del nucleo familiare.

 

 

 

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