In queste settimane, il Coronavirus sta spaventando un po’ tutti, grandi e piccini. In alcuni momenti la nostra mente può farsi prendere dall’ansia e perdere di vista le proprie sicurezze. Questo succede sia agli adulti, ma anche ai bambini e ai ragazzi. Anche i piccoli, infatti, hanno modo di sentire le notizie e respirare il panico generale intono a loro. Come spiegare il Coronavirus ai bambini, dunque, senza allarmarli eccessivamente ed evitando di amplificare le loro paure?
Come spiegare il Coronavirus ai bambini in maniera adeguata? Per prima cosa, è importante informarsi correttamente. In queste settimane, in tutti i telegiornali e nei principali programmi di informazione, non si parla di altro. Non tutte le informazioni, però, sono corrette e verificate.
Per spiegare il Coronavirus ai bambini, dunque, è fondamentale ricercare informazioni realistiche attraverso i canali adeguati, facendo affidamento a fonti attendibili. Ovviamente, ciò deve essere fatto in base all’età e al livello di sviluppo dei piccoli. Deve essere fatto in maniera semplice e chiara, evitando dettagli o informazioni superflue che rischiano di spaventarli. È importante, però, parlarne. Come detto sopra, infatti, siamo bombardati da informazioni ed è abbastanza improbabile “escluderli” da questo tipo di notizie. Per questo, spiegare il Coronavirus ai bambini e rispondere alle loro domande diventa fondamentale.
Le notizie che ci vengono date non sono sempre chiare e, non sempre, è facile capire come leggere i numeri che abbiamo a disposizione. In questi giorni, in cui tutti i mezzi di informazione ci tengono aggiornati sulla situazione, è normale che possa scattare la paura. Nei grandi, ma anche nei bimbi, che respirano inevitabilmente il clima di tensione intorno a loro. La paura, però, non deve spaventare. È un’emozione di base, funzionale per la sopravvivenza. La paura è necessaria per proteggerci dai pericoli. È grazie alla paura, infatti, se l’essere umano è sopravvissuto fino ai nostri giorni.
Quello che può succedere, però, è che la nostra valutazione del rischio non sia del tutto corretta. La paura che esperiamo, quindi, non è proporzionale alla reale pericolosità dell’evento. Il sistema di allarme si può attivare in maniera esasperata. E ciò avviene soprattutto quando entrano in gioco dei fattori che possono alterare la nostra capacità di valutare il rischio.
Con il Coronavirus siamo di fronte a qualcosa di nuovo, che stiamo imparando a conoscere in queste settimane e che non si comprende ancora pienamente. Non sappiamo molto. E quel che sappiamo, purtroppo, non è ancora chiaro. Si tratta di un virus invisibile che ha la capacità di diffondersi in modo molto veloce e rapido. Vi sono numerose vittime. Il virus, dunque, è potenzialmente mortale. Risulta, dunque, qualcosa di non controllabile e quindi, per il nostro cervello, estremamente pericoloso. E tutto questo, inevitabilmente, ci porta a fare i conti con una delle paure più forti dell’essere umano: la paura della morte.
Come detto in precedenza, anche i bambini sono sottoposti al bombardamento di informazioni di ciò che sta succedendo in queste settimane. Diventa inutile, oltre che controproducente, non spiegare loro cosa sta accadendo. Questo, però, non significa lasciare i bimbi in balia delle continue informazioni. È importante monitorare la visione di notizie e filtrarle. Occorre evitare il bombardamento di news e aggiornamenti, spesso allarmistici. È, invece, opportuno informarsi su siti adeguati, come, ad esempio, quello del Ministero della Salute. Molte informazioni, infatti, se non adeguate all’età dei bambini, rischiano di essere fraintese.
È importante capire come spiegare il Coronavirus ai bambini. Dare informazioni chiare e semplici di cosa sta succedendo consente ai bambini di avere risposte, evitando che si diano spiegazioni in maniera autonoma e, dunque, spesso, erronea. I bambini possono fare collegamenti scorretti o farsi idee sbagliate che rischiano di amplificare le loro preoccupazioni. Rispondere in maniera semplice e chiara alle loro domande, dunque, diventa centrale.
La paura è un’emozione fisiologica. Nè buona, né cattiva. È un’emozione, punto. E, in quanto tale, non possiamo controllarla. Ciò significa che è del tutto inutile, oltre che controproducente, dire a un bambino che mostra preoccupazione di non avere avere paura. Può rivelarsi molto più utile, invece, parlarne e condividere i propri timori. Ascoltare e accogliere le paure dei bambini, parlarne insieme e legittimare l’emozione è molto importante.
Non possiamo pretendere che i bimbi siano tranquilli di fronte all’ascolto di informazioni se noi adulti siamo i primi ad allarmarci. Come sempre, mostrarsi come un modello funzionale di gestione delle emozioni è fondamentale. Non è sempre semplice, però è un ottimo insegnamento che possiamo trasmettere ai bambini.
Nelle ultime settimane, complice la tensione legata alla diffusione del Coronavirus, assistiamo a molti episodi di discriminazione. Alcuni più sottili, altri più conclamati. Può sembrare inutile specificarlo, ma forse non lo è: la paura non giustifica episodi di razzismo e di discriminazione. Come detto prima, i bambini assorbono come spugne i comportamenti di chi sta intorno a loro e il rischio è che prendano ad esempio questi modelli.
Il Coronavirus è un fenomeno serio. È fondamentale mostrarsi responsabili e seguire le indicazioni che ci vengono date rispetto ai comportamenti da adottare e le norme da seguire. È una scelta etica, di responsabilità sociale e di comunità molto importante. Aiutare i bambini a comprendere questo, anche e soprattutto attraverso l’esempio, diventa centrale.
Conoscere il fenomeno del Coronavirus è il primo passo per comprendere cosa si può fare per prevenirne la diffusione. Come detto prima, le paure sono funzionali e permettono di attivarsi per prevenire il contagio. Conoscere, dunque, può preservare da comportamenti imprudenti. Occorre informarsi, ma anche essere disponibili a convivere con questa paura, che non è eliminabile. E’ fondamentale accettare la paura, che è del tutto fisiologica di fronte a ciò che è nuovo e sconosciuto.
Il problema, però, emerge quando le paure sono eccessive e invadono la quotidianità di grandi e bambini. Quando la preoccupazione fisiologica per ciò che non è noto diventa una paura intensa, infatti, rischia di bloccare le persone. E, questo, può succedere anche ai bambini, che possono sperimentare forte agitazione, ansia e veri e propri attacchi panico.